Cari lettori, oggi abbiamo tra le nostre Pagine Mariagrazia.
Lei è un’autrice con diverse qualità, spazia i generi letterari con abile maestria. E’ stato facile avere un felling con lei, schietta, sincera e molto umile. Una telefonata che doveva essere “conoscitiva” ma che dopo pochi minuti era come se stessi parlando con qualcuno che conoscevo da tempo. Mi racconta delle sue grandi passioni, la scrittura ed i bambini, tanto forte che è riuscita a fonderle insieme fino ad arrivare a scrivere MAMMA ORSA. Parleremo presto di questo libro, ora vi lascio alla lettura di questa interessante chiacchierata…
Mariagrazia prima di tutto grazie per essere nelle pagine di Destinazione Libri, rompiamo il ghiaccio, raccontaci qualche cosa di te.
Grazie a voi di avermi proposto questa intervista. Dirò subito che parlare di sé non è poi tanto semplice. Qualsiasi cosa si dica, in qualsiasi modo la si esprima, risulta sempre riduttiva. È difficile trasmettere le emozioni e i sentimenti che ti riempiono l’animo, o i desideri e le aspettative che ti danno speranza. Comunque ci proverò. Sono nata alle pendici del Vesuvio, nella città di San Giorgio a Cremano. Centro ricco di ville del settecento e che annovera tra i suoi cittadini, nati o solo vissuti: Alighiero Noschese, Massimo Troisi, Luca Giordano, Carlo Filangieri, Guglielmo Massaia. La vena creativa del mio animo l ’ho ereditata da mia madre: poetessa, scrittrice e pittrice. Fu allieva del maestro Piscopo. La passione per la tecnologia, invece, l’ho ereditata da mio padre, valente chimico.
Quanti libri hai pubblicato?
Pubblicato tre libri.
Di cosa parlano i tuoi libri?
Non posso dire di avere una vena creativa; dirò piuttosto di avere un intero sistema circolatorio. Scherzo, ma in effetti la fantasia mi porta ad esplorare e misurarmi con campi completamente diversi. Il primo libro che ho pubblicato “Il Mistero di via Toledo” Giraldi editore è un romanzo giallo. In questo romanzo ho presentato Napoli la mia città per quello che di bello e di buono ha da offrire: l’arte, la storia, le leggende, i miti, l’esoterismo. Inoltre la storia è un thriller grande stile, pieno di colpi di scena. Il secondo è “La Chiave” un romanzo con canovaccio storico. Narra le vicende della regina Giovanna che s’intrecciano a quelle inventate di Maruzzella e del suo amato capitano. In questa storia confluiscono fatti realmente accaduti e storie di pura fantasia, il tutto si muove in un lasso di tempo breve che abbraccia solo uno stralcio del regno della regina Giovanna Durazzo-D’Angiò. Il terzo libro è dedicato ai più piccoli “I Racconti di Mamma Orsa”. Narra le vicende del popolo dei Fragolini. Omini che popolano le foreste di tutto il mondo. I miei Fragolini vivono nel parco Nazionale d’Abbruzzo. Le loro storie sono narrate da una mamma orsa ai suoi piccoli orsetti. I Fragolini assumono un cognome da adulti che identifica la loro professione. È importante che i bambini comprendano che non ci sono professioni più importanti e altre meno, siamo tutti necessari. È la sinergia delle nostre attività ad a far crescere la società. Poi ci sono i buoni e i cattivi. I cattivi sono sempre gestibili. Anzi in una storia i folletti dispettosi, alla fine si pentono delle loro azioni e la regina regala loro un vasetto del miele che hanno rubato.
Quanto è difficile destreggiarsi in stili completamente diversi?
Quando scrivo, m’immergo completamente nella storia, la sento, la vivo. Mi risulta quasi naturale adeguarmi.
I tuoi libri sono destinati a chi?
Il giallo e il romanzo storico sono per adulti. La fiaba è per tutti. Credo fermamente che gli adulti debbano lasciare, per alcuni momenti, la realtà della vita, per immergersi in un mondo fantastico dal quale trarre la forza della speranza, l’innocenza dei sentimenti, la capacità di meravigliarsi ancora. Non dobbiamo far morire il “fanciullino” che è in noi.
Qual è la fase più difficile per te nella stesura di un libro?
La revisione. Io sono una delle poche persone, almeno credo, che scrive direttamente a computer. Controllo, rileggo e poi rileggo ancora. Poi stampo per un’ulteriore correzione. Alla fine mi scappa sempre qualche refuso.
Scrivere un libro per bambini è un’esigenza dell’essere donna o nasce da qualche altra cosa?
Non penso dipenda dal sesso. Mio marito raccontava ai nostri figli, storie di sua invenzione, tutte le sere. Ho da sempre raccontato storie ai bambini, ai miei figli per presentare alcune realtà difficili da spiegare: come le ingiustizie e le cattiverie. Ma anche per insegnare. Coinvolgerli emotivamente in situazioni particolari, li aiuta a riflettere, a fare scelte giuste.
Quando si parla di favole si pensa subito ai bambini, eppure le favole sono importanti anche per noi adulti… che ne pensi?
Le Favole di Fedro, di Esopo, di La Fontaine ancora oggi insegnano. Ancora oggi sono messaggi chiari e forti. Io, però, non scrivo favole, scrivo fiabe. Le fiabe sono storie rivolte ai bambini, adoperano un linguaggio semplice, il bene e il male sono ben delineati, il bene trionferà sempre, almeno in quelle più moderne. Le fiabe, anche se adoperano un linguaggio semplice , sono utili strumenti per gli adulti. Anzi, ci sono fiabe illustri, che ci pongono molti quesiti. Cito “Pinocchio”.
Con le favole si possono introdurre con i bambini tantissime tematica, io direi che attraverso la favole si riesce a parlare di tutto, tu in questo caso di cosa parli?
Nella mia fiaba “I racconti di Mamma Orsa” presento il mondo con le sue problematiche e con le sue contraddizioni. Poiché mi rivolgo a lettori piccoli piccoli, evito situazioni che creerebbero eccessivo stress emotivo. Li spingo a comprendere l’importanza dell’aiuto reciproco, del valore di ciascuna persona, dell’accettazione dell’altro e della sua diversità, del perdono, delle conseguenze delle cattive azioni e parlo dell’esistenza del male. È necessario che i bambini sviluppino la capacità di discernimento tra bene e male, che strutturino un corretto super – io interiorizzando validi codici di comportamento per vivere da cittadini civili e responsabili.
La prima persona che legge il tuo libro chi è? Perchè hai scelto lui/lei?
Ovunque io vada, qualsiasi cosa io faccia ho l’appoggio della mia famiglia. Sono presenti sempre nella mia vita. Sono il mio sostegno morale. Io scrivo un racconto e poi lo passo a mio marito e ai miei tre figli. Loro hanno il compito di critici e primi correttori di bozze. Posso approfittare per ringraziarli?
Certo che puoi, e lo hai già fatto
I tuoi libri: dove possiamo trovarli?
I racconti di Mamma Orsa e Il Mistero di Via Toledo in qualsiasi libreria. La Chiave per il momento nella libreria on line Neapolis.
Che lettrice sei tu invece?
Se si potesse fare una foto al mio comodino avresti una risposta immediata. Sono una lettrice accanita, appassionata, entusiasta. Ma non di tutti i generi. Non amo i romanzi d’amore e i fantascienza.
Libro scritto, parti riviste, poi la penna mette l’ultimo punto, che sensazione provi?
Un’emozione immensa. Ingestibile.
Il tuo rapporto con i social…
Li adopero con parsimonia. Nel modo giusto e al momento giusto.
I tuoi prossimi impegni?
Promuovere presso i piccoli lettori il libro “I racconti di Mamma Orsa”. Poi ho scritto una fiaba per ragazzi più grandi. È un vero e proprio romanzo con maghi, animali magici, amicizie e tradimenti. Spero in una pubblicazione. Sto terminando un romanzo giallo ambientato in un castello con strani uomini incappucciati…
Che rapporto hai con i lettori?
Ottimo. Sto ricevendo molti riscontri positivi per tutti e tre i miei libri. L’ultimo nato “I racconti di Mamma Orsa” è un successo tra i bambini. In ogni caso accetto qualsiasi critica costruttiva possa giungermi.
Hai partecipato a qualche concorso? se si a quali? se no a quali ti piacerebbe partecipare?
Non amo molto i concorsi, ma ho partecipato ad alcuni per farmi conoscere. Ho vinto numerosi premi con il romanzo giallo e con racconti brevi. Ne citerò alcuni: Premio Internazionale città di Cava con “Il Mistero di via Toledo”; ho vinto la seconda e la quarta edizione del concorso Racconti in Biblioteca e sono stata pubblicata in e book; terzo posto nel concorso “La fiaba di Selvino”; primo posto nel concorso “Giallo Birra”; sono stata inserita nell’antologia “Spigolature” realizzata dal Caffè Letterario La Luna e il Drago a seguito del Concorso Letterario “La Luna e il Drago ” .
Mariagrazia, quanto sono importanti per gli autori i blog letterari?
Penso che siano molto importanti perché sono una vetrina necessaria per chi non è molto conosciuto e perché sono una realtà culturale fondamentale nel mare di sciocchezze che ci opprime.
Hai mai scritto in self publishing?
Sì. Il romanzo: “La Chiave” è un’auto pubblicazione. Ho desiderato sperimentare per una volta, l’organizzazione di un lavoro dai suoi esordi alla pubblicazione. Devo dire che è un’esperienza fortemente gratificante. Comunque l’opera è stata revisionata da un editor di testi perché fosse completa e ha un codice ISBN.
Quanto è importante avere una casa editrice che ti segue?
Aver incontrato una realtà come Milena è stata una fortuna immensa. Una casa editrice deve essere coerente, corretta, giovane, dinamica, audace, creativa e onesta. Quante case editrici si possono rispecchiare in questi requisiti? Non voglio fare polemiche perché non è questo il luogo. Dirò soltanto che Milena Edizioni è una bella realtà che vale la pena sostenere.
La domanda che non ti abbiamo fatto e che ti aspettavi? Falla e rispondi pure
Mi avete fatto tante domande, non ne avrei di altre. Vorrei solo dire un’ultima cosa, che in realtà abbraccia più discorsi. Credo che i libri, la cultura, le case editrici, i blog letterari, il mondo della scuola dovrebbero avere più attenzione da parte dei nostri politici. Non lanciarsi in riforme ideate da persone fuori dal mondo scolastico, librario, editoriale. Si ha necessità di riforme sane, che privilegino il sapere, che arginino il monopolio di certi gruppi. Che si pensi insomma di creare cultura, di proteggere la cultura, di diffondere la cultura. I libri sono l’arma che vincerà la violenza.
Cosa ti piacerebbe rimanga al lettore di questo libro?
Mi piacerebbe che i bambini volassero con la fantasia in luoghi di pace e di serenità e che potessero imparare ciò che è bene e ciò che è male grazie anche alle mie storie.
Ti ringraziamo Mariagrazia per essere stata con noi, per aver voluto raccontarci di te, presto parleremo del tuo libro.
Ringrazio voi dell’attenzione che avete voluto riservarmi.
Prestissimo parleremo del suo libro, MAMMA ORSA.
A prestissimo cari lettori.
Alessandra
Oggi presentiamo "Il mistero di via Toledo" di Mariagrazia Giuliani -Edizioni Giraldi.
In questo romanzo l’autrice fa trasparire un intimo affetto per Napoli e offre al lettore la bellezza di una città che non deve essere ricordata solo per la violenza.
Abbiamo posto un paio di domande all'autrice:
Come nasce questo libro?
Il romanzo “Il Mistero di via Toledo” ha una storia piuttosto originale. Un giorno passeggiando per la mia città: Napoli, mi ritrovai su largo Girolamin...i, dove c’è il complesso monumentale dei Girolamini. La chiesa purtroppo era chiusa e da anni. Mi sentii frustrata e anche piuttosto irritata. Il complesso dei Girolamini con la sua quadreria, biblioteca, chiostri è uno dei monumenti più importanti della città. Ritornai a casa e mi accinsi a scrivere “Il Mistero di via Toledo” inventandomi un restauro della chiesa. Infatti, Angela la protagonista è una restauratrice. Il caso volle che quando inviai il libro all’editore per la pubblicazione, erano cominciati i lavori di restauro.
Parlaci del libro.
“Il mistero di via Toledo" nasce con due intenti ben precisi: il primo è far trascorrere qualche ora di divertimento e di spensieratezza. Far in modo che il lettore lasci fuori dalle pagine del libro gli inevitabili affanni quotidiani. Il secondo è dare un volto diverso alla mia bistrattata città. Quando si parla di Napoli spesso si pensa solo alla camorra, alla spazzatura, a rapine e scippi. Ma la mia Napoli è soprattutto arte, storia, cultura, bellezza paesaggistica e artistica, accoglienza e cordialità. È mistero, è esoterismo, è profumo di mare, è sapore di zeppole e babà e soprattutto di pizza.
Angela la protagonista, è figlia di napoletani emigrati in America e decisi a non fare più ritorno in patria né a permettere alla figlia di ritornarvi. Angela, all’insaputa dei genitori partecipa a un bando di concorso per il restauro della chiesa dei Girolamini e lo vince. Quando partirà da New York, i genitori sono morti e lei è pervasa da un duplice sentimento: la curiosità di conoscere il suo paese natale e il senso di colpa per aver violato il divieto. Vivrà nella casa di una zia morta in via Toledo. Ricordi assopiti riaffioreranno. Cercherà di aprire una antica e pregiata porta chiusa di cui non ha trovato la chiave. Ci proverà da sola e con mezzi impropri per evitare che si rovini. Intuisce che dietro quella porta ci sono segreti che non possono essere esposti a occhi estranei. Nel frattempo fruga nei cassetti della zia e trova un diario. Nasce così una storia parallela che si dipana contemporaneamente alla sua e che la porterà a scoprire oscure verità. Intanto qualcuno cercherà di spaventarla per farla scappare dalla città. Nelle sue vicissitudini, sarà aiutata da alcuni amici e dall’anziana vicina amica della zia.